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L’INTERVISTA LUCA SFORZINI

MASSIMO BRUSASCO - m.brusasco@ilpiccolo.net

Un castello, quello di Castellar Ponzano (il suo); un libro fresco di stampa (il suo); idee su cui si può dibattere (le sue). L’incontro con Luca Sforzini non è niente di banale.

Sforzini, il suo libro ‘Rinascimento’ fa seguito all’associazione culturale omonima. Perché ha deciso di scriverlo?

Non sono né un ideologo, né uno scrittore di manifesti politici e culturali. Però sono uno che, come altri, sta assistendo a uno scempio. I partiti storici erano un luogo di confronto basato su piattaforme culturali che non esistono più.

Colpa della Seconda repubblica?

Un attimo. Nel 1994, Berlusconi si affidò a gente come Martino, Pera o Urbani che cercavano di dare un senso alla politica, cosa che ora non accade ad alcun partito, né nel centrodestra, la mia area di riferimento, né nel centrosinistra, dove Azione e Pd vanno a braccetto col Movimento 5 Stelle, il partito del superbonus.

Chi sono i destinatari del suo libro?

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