Luigi Marattin (Iv) «Salvini è bravo a fare gli annunci, ma poi i risultati...»
■ «Si dice sempre che “al centro c’è una prateria”, ma la verità è che non basta avvistare una prateria per percorrerla...»: l’onorevole Luigi Marattin (Iv) crede ancora in un terzo polo. Nonostante Renzi e Calenda. E Alessandria, dove è stato eletto? «Salvini è bravo negli annunci, meno a ottenere risultati...».
MARCELLO FEOLA - m.feola@ilpiccolo.net
■ L’onorevole Luigi Marattin lontano da Italia Viva e da Matteo Renzi, di cui fu consigliere economico già nel 2014 all’epoca di Palazzo Chigi? Sembrava impossibile, eppure...
Onorevole Marattin, a settembre uscirà un suo libro dal titolo “La Missione Possibile”. Impossibile non immaginare riferimenti al Terzo polo...
Si dice sempre che “al centro c’è una prateria”, soprattutto da quando i due schieramenti si sono molto radicalizzati. Ma la verità è che non basta avvistare una prateria per percorrerla: occorre preparare i cavalli, ferrarli, serrarli, e assicurarsi di non cadere appena vengono lanciati al galoppo. Fuor di metafora, mi ero accorto che ogni tentativo di costruire un’offerta politica alternativa a questa destra e questa sinistra partiva sempre dal “chi”, mai dal “cosa”. Allora ho deciso di scrivere su cosa, secondo me, dovrebbe basarsi un partito liberal-democratico e riformatore che miri a rappresentare quel pezzo di Italia che non si sente a suo agio né con Meloni-Salvini né con Schlein-Conte-Fratoianni. Partendo da un semplice dato di fatto: da quando è iniziata la globalizzazione, escludendo alcune isole oceaniche e alcuni dei Paesi in guerra, l’Italia è il Paese che è cresciuto di meno al mondo. Da qui derivano tutti i nostri problemi, inclusa la degenerazione populista che ha assunto la politica. Che solo negli ultimi trent’anni ha allontanato più di dieci milioni di italiani dalle urne (e pensiamo che il primo partito italiano alle Europee ha preso poco più di 6 milioni di voti). Sia destra che sinistra hanno visioni distorte sul perché l’Italia non cresca più, in quanto basate su visioni di società illusorie e dannose. Nel libro parlo invece di un’analisi diversa sui motivi di questo triste primato, e di cosa sia andato storto nel nostro cammino. Poi parlo di quale sia la visione di società su cui debba basarsi un partito liberal-democratico e riformatore. Perché dobbiamo tornare a partiti ai quali ti iscrivi perché credi nella visione di società che quel partito
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